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IL VINO

 

 

Il vino antica fonte di ricchezza

 

Da sempre intere regioni debbono alla coltura della vite il proprio benessere; anche migliaia di anni fa, quando sui mari correvano soltanto i legni fenici e cartaginesi, il vino era considerato il più alto e ambito articolo di baratto; ai fenici va il merito di aver fatto conoscere ai popoli del Mediterraneo il "nettare d'uva". La Fenicia, infatti, produceva ottimi vini nelle terre di Tiro e Serepta e sulle più basse pendici del Libano.

Che il vino, già in tempi antichissimi, fosse una merce davvero preziosa lo testimonia un versetto della Bibbia, laddove riferisce che gli esploratori mandati da Mose' nella terra promessa ne tornarono con un enorme grappolo d'uva che, certamente, rappresentò per gli Ebrei uno degli argomenti più convincenti per indurli alla conquista di un suolo così fertile.
Anche gli Egiziani vantavano grandi vigneti nell'alta Mesopotamia.

 

 

Da Omero alle invasioni barbariche

 

In Grecia s'allignavano vitigni di ogni specie tanto che in pochi anni si ebbe una notevole produzione vinicola. Omero stesso, nell'Iliade e nell'Odissea ricorda il "generoso Pramnio" di Smirne e il "rosso, dolce Ismaro" di Tracia. Plinio, il grande naturalista romano, parla con entusiasmo di quest'ultimo vino.

 

 

La vite in Valtellina ... una storia antica quanto l'uomo

 

La Valtellina e' conosciuta e apprezzata fin da epoche remote per la produzione di vini rossi. I Romani apprezzavano l'uva Retica, Plinio e Stradone raccontano di botti di legno grandi come delle case.

I Visconti e gli Sforza, pur di non rimanere senza il prezioso nettare di Bacco, elargirono privilegi particolari alla popolazione della Valle e lo stesso Leonardo Da Vinci, parlando dei vini della Valtellina, li definì "vini potenti assai".

In un bicchiere di vino della Valtellina si beve un panorama vasto di sensazioni: chi si appresta a degustare un calice di vino della Valtellina berrà "la storia in un bicchiere".

Si racconta malignamente, a proposito del commercio del vino, che i contadini, al momento della vendita del loro prodotto, fossero soliti invitare gli acquirenti "nell'involt di casa", dove facevano assaggiare abbondanti porzioni di formaggio locale stagionato.

Solo dopo tale interessata cortesia porgevano loro il boccale con il vino da degustare. Ciò perché, come noto, il vino bevuto dopo aver mangiato il formaggio non presenta difetti, risultando, anzi, esaltato nelle sue caratteristiche organolettiche.

Vino e formaggio paiono essere da sempre i prodotti più rappresentativi della gastronomia valtellinese, indubbiamente lo sono per l'eccezionale qualità che li distingue. Il vigneto valtellinese non e' una caratteristica naturale, ma e' il prodotto artificiale del lavoro umano.

Fino al 1400, dove oggi domina il vigneto, c'era il bosco. Il paesaggio valtellinese aveva un aspetto disgregato: bosco, qualche vigneto, prati in alto e fondovalle boscoso e acquitrinoso.

Nel '500 si incominciò a impiantare in Valtellina il vigneto in forma massiccia per produrre grosse quantità di vino. E' nel contesto della Lombardia del Rinascimento che il vino e il formaggio valtellinese ricevono un battesimo di qualità che li renderà noti in tutto il mondo.

Leonardo da Vinci nel codice Atlantico, parlando della Valtellina, dice che "fa vini potenti e assai e fa tanto bestiame".

I vigneti furono impiantati, con immane fatica, dai contadini e il vino rifornì tutte le mense di signori locali, di principi e re di mezza Europa. Per tutto il XVI secolo il vino valtellinese non ebbe ancora, tuttavia, quella fama e quella rinomanza che acquisterà nei secoli successivi.

Tutto il vino prodotto era commerciato dai Grigioni, i contadini si trovavano a consumare il vino più scadente. Ai contadini non rimaneva altro che tagliare gli alberi del fondovalle, dove potevano, dove non c'era palude e piantare viti, da cui ricavare il vino di qualità scadente al limite della bevibilità. Quello e' stato il vino dei contadini valtellinesi.

Essi, tuttavia, dalla fine dell'800 in poi hanno recuperato la piena proprietà dei vigneti in costa, per cui sono scomparsi i vigneti di fondovalle e oggi tutto il vino prodotto in Valtellina, commerciato o consumato, e' di qualità eccellente.

 

 

I geografici della provincia di Sondrio

 

In Valtellina la viticoltura e' difesa dall'etichetta a Indicazione Geografica Tipica "Terrazze Retiche di Sondrio" .

BIANCO: prodotto con uve rosse chiavennasche. Il mosto che se ne ottiene e' chiaro. Particolarmente indicato per carni bianche fredde, terrine, torte salate.

ROSSO: ottenuto da uva chiavennasca, viene vinificato in maniera tradizionale. Vino a tutto pasto, si consiglia di degustarlo giovane, alla tipica cucina alla pioda.

 

 

I Classici

 

Hanno fatto conoscere la Valtellina in tutto il mondo.

SASSELLA: prende il nome dalla chiesetta della Sassella.

GRUMELLO: e' un vino che necessita di minor invecchiamento. Un castello del XII secolo domina l'area di produzione e da' il nome al vino. Si consiglia di abbinarlo a carni rosse, soprattutto arrosti e formaggi.

INFERNO: il nome deriva probabilmente dalle temperature molto elevate che d'estate si raggiungono nei terrazzi rocciosi. E' asciutto, si ammorbidisce con la maturazione.

VALGELLA: dal latino vallicula = valgella. Il suo nome e' molto conosciuto in Italia. Si sposa ottimamente con le carni, ma idealmente il piatto con cui si accompagna sono i pizzoccheri che sono originari della stessa zona.

VALTELLINA: ha una freschezza senza dubbio migliore rispetto agli altri vini, adatto ad essere consumato con i primi piatti, carni bianche e formaggi a pasta molle. Viene commercializzato con il nome di Veltliner, che significa valtellinese.

 

 

Selezione

 

LO SFORZATO: Sfurzat, deve il nome ad una tradizionale pratica di "forzatura" dell'uva chiavennasca. Fa parte della categoria dei vini speciali ottenuti con sovrammaturazione delle uve che dipende dalle loro qualita'.

 

 

Le grandi marche di vini della valtellina

 

TONA: La casa vinicola Tona, di Gianluigi Bonisolo & c.s.n.c. con sede a villa di Tirano, e' una delle piu' antiche della Valtellina. Nata nel 1892 per opera di Giovanni Tona, produce e commercializza i suoi vini pregiati in valle ma, soprattutto, nella vicina Svizzera.
Gli anni piu' bui arrivano purtroppo verso la fine della seconda guerra mondiale. La cantina, ormai forte di 3500 ettolitri di capienza di botti di castano e rovere, viene requisita dalle autorità di allora per effettuare forniture militari.

Alla fine del 1945 rimangono in cantina solo 12 ettolitri di vino da tavola: bisogna ricominciare tutto dall'inizio con tenacia e sacrifici enormi. Oggi si producono duecento mila bottiglie l'anno di vini pregiati di alta qualita', fra le quali spiccano le specialità della casa, Valtellina .c.

 

NINO NEGRI: La casa vinicola Nino Negri, fondata nel 1897, e' una delle maggiori realtà economiche della Valtellina, grazie ai suoi vini D.O.C.
La sede e' tuttora nello splendido quattrocentesco Castello Quadrio, a Chiuro.
L'area D.O.C. in Valtellina e' un lungo e compatto vigneto sostenuto da chilometri di muretti a secco, che dal paese di Ardenno arriva a quello di Tirano e la Nino Negri ben figura con i suoi 38 ettari di vigneti, tutti nel cuore della Valtellina Superiore.

Il successo indusse l'imprenditore valtellinese ad impiantare l'azienda con l'acquisto di sempre nuovi vigneti e altrettanto fece piu' tardi il figlio Carluccio. Questi i nomi dei più noti vigneti : Grigioni, Mine' e Longoni, Sassorosso, Vignalunga e Ca'Sassina, Due Gironi e Ca'Rossa, Ca'Brione e Fracia.

Vinificazione ed invecchiamento sono eseguiti nella cantina di Chiuro e nella cantina di Ponte in Valtellina, un ex convento del 1200. In particolare la prima, ricavata sotto ampie volte del castello Quadrio in Chiuro, risale al 1432 ed e' meta costante di visite anche per la spettacolarità dei suoi lunghi tunnel e delle ampie sale sotterranee.

La Nino Negri e' presente sul mercato con la nuova linea di vini: le Botti d'oro Sassella e Inferno, Vigneto e Grigioni e, ultimi nati, Ca'Brione e Sfurzat.
Questi vini sono stati ottenuti selezionando le uve dei vigneti di proprietà e, grazie ad un' attenta vinificazione da parte dell'enotecnico Casimiro Maule, per rispondere sempre più alle esigenze di mercato ma, soprattutto, per soddisfare anche gli estimatori più esigenti.

 

CONTI SERTOLI SALIS: partendo da una severa selezione di sole uve chiavennasche si e' ottenuto il vino rosso, Il Saloncello. Le cantine della Conti Sertoli Salis si sviluppano nell'antica parte vinicola di Palazzo Salis a Tirano, in piazza Salis 3.

 

 

Poesia sul vino

 

Cosi' tu vieni a noi, vin del passato
fragrante di ricordi, e ne ridici
quel che la terra ti svelo' tra i monti:

vallate verdi, amati orizzonti;
le calde cene, i generosi amici,
l'aura d'un mondo lungamente amato

                                                                                                         G. Bertacchi

 

 

I detti sul vino

 

"Al vin l'e' l lacc di vecc"
Il vino e' il latte dei vecchi

 

Se' l piof al di de la Ascenza fa la vendemia con la brenta"
Se piove il giorno dell'Ascensione si fa la vendemmia in grande quantità

 

"A San Bartulume' i grapi a tre a tre"
A San Bartolomeo i grappoli a tre a tre

 

"Per San Martin prepara la bot per met gio l'vin"
Per San Martino prepara la botte per mettere il vino

 

"Per San Martin se stapa l'vin"
Per San Martino si stappa il vino

 

"Le l'acqua che fa mal e vin che l'fa canta' "
E' l'acqua che fa male e il vino fa cantare

 

"Al ghe doa roba che li diventen bona a diventar vecia: al vin el furmacc. Ma se i diventen trop vecc al vin al va' il age' el furmai al fa int i cagnon"
Ci sono due cose che diventano buoni con l'eta': il vino e il formaggio. Ma se diventano troppo vecchi, il vino si trasforma in aceto e il formaggio si riempie di cagnotti

 

"Al ris al nasc in de l'acqua ma al mor in del vin"
Il riso nasce nell'acqua ma deve morire nel vino

(Il cereale sopra indicato deve essere servito con un buon bicchiere di vino)